Come si viveva nel borgo medievale di Montis Dragonis arroccato a 410m sul livello del mare ma quasi affacciato sulla costa? Grazie all'appassionato e ventennale lavoro di scavo condotto dal direttore Crimaco possiamo scoprirlo, perché il museo espone i principali oggetti rinvenuti. Unico esempio in provincia di Caserta e tra i pochissimi in Campania, il museo conserva e restituisce al pubblico le preziose frammentarie ma eccezionali testimonianze della vita quotidiana dal 1100 ai primi del 1500 (quando, probabilmente, iniziò l'abbandono del borgo). Sono stoviglie ceramciche semplici e di rappresentanza (bellissime le produzioni umbre), vetri, fibule, armi e armature (eccezionale la brigantina, una corazzetta a placche metalliche del 1400), dadi, gioielli, monete, resti di affreschi della chiesa angioina, una doppia sepoltura e persino un rarissimo pirolo (chiave per accordare) di uno strumento a corda (una viella o un piccolo liuto). Ma il racconto offerto dal museo parte dalla preistoria (circa 30.000 anni fa), copre tutta l'età protostorica e arcaica ausone/aurunca (9° secolo a.C.), attraverso la colonia romana di Sinuessa (dal 296 a.C.), con corredi tombali, vasi dipinti, ex voto, lucerne, monete, statue (Apollo musagete, 2° sec. d. C.). Un affascinante macchina del tempo, non limitata alla solita, tradizionale, archeologia del mondo romano ma una finestra aperta sul medioevo.

Testo e fotografie: Pietro Di Lorenzo